R. torna dalla prova particolarmente insoddisfatto di Lucile Grahn [1]; io sono da Marie D. L’ho trovata esattamente com’era sempre stata, cordiale, sincera e affabile. R. con i bambini all’acquario. La sera va a vedere un atto de “L’Africana” [2] e dice che, se vivesse a Vienna e si occupasse di teatro, non toccherebbe mai più una penna (d’oca) per scrivere note, poiché tutto gli appare profanato. Questo periodo gli ricorda il Tannhäuser a Parigi, dove, dopo 9 anni di ritiro in Svizzera, aveva dovuto guardarsi le cose peggiori per esaminare i cantanti, e si era sentito del tutto, come ora, nello stesso stato di colpa.
[1] Lucile Grahn, Ballerina, vedi nota all’8 gennaio 1870.
[2] “L’Africana”, opera del 1865, di Meyerbeer.
Traduzione in italiano di Claudia Bilotti [© Claudia Bilotti | WAGNER Salon]
