Lettera del signor Unger: è in ansia, teme una violazione del contratto; R. gli scrive per rassicurarlo. Decidiamo di viaggiare passando per Monaco, fino a Vienna, per discutere alcune questioni con il Consigliere di Corte Düfflipp. R. ritiene che ciò sia necessario soprattutto per via dei castelli qui nei dintorni, appartenenti ai principi. L’amico Feustel, che ho visitato oggi, ritiene anch’egli che sia opportuno sistemare altri rapporti d’affari (un anticipo del denaro, e dichiarare che Voltz e Batz non sono autorizzati a riscuotere introiti a Monaco). – Dopo pranzo, mentre parliamo con R. delle persone che ci sono simpatiche senza che vi sia una vera ragione morale o spirituale, egli dice: “Per nulla — io non conosco che il mio rapporto con te; esso mi riempie a tal punto che tutto il resto mi è o indifferente o molesto.” Fidi comincia a leggere e mostra di provare gioia per questo.
La sera, una sonata per violoncello, durante la quale ci rendiamo sempre più conto di quanto sia difficile questa mescolanza e di quanto debba paralizzare il più grande compositore al momento della composizione; e tuttavia, anche sotto questa avversità, l’Adagio della penultima sonata di Beethoven suscita la più profonda impressione — O divino, chi mai potrebbe ringraziarti? … Se il rimorso è il sentimento di non voler aver fatto qualcosa, allora non lo conosco; ma se è il sentimento del dolore più amaro, quello di aver dovuto fare ciò che si è fatto, e così giungere al sentimento più malinconico del male della propria esistenza, allora ne sono colma, sempre, e continuamente. Pensieri a Hans — poi anche alla mia morte — se essa potrà espiare tutto?
Traduzione in italiano di Claudia Bilotti [© Claudia Bilotti | WAGNER Salon]
