R. ha spiegato ieri: ora che aveva me, dopo la sua ” vita sregolata “, è certo che diventerà incredibilmente vecchio, e noi due moriremo per eutanasia sul divano della sua piccola stube [1], che ha preparato appositamente per questo scopo.
“No”, esclama questa mattina, mentre lo raggiungo nel salone, “che ti ho ancora conquistata! Sei proprio l’unica che potesse andare bene per me, doveva essere così nobile e fanciullesca, ora voglio vivere una vita incredibilmente lunga”. Che il cielo lo benedica. Afferma che la nostra felicità non è mai esistita e non tornerà mai più – ci credo, nella misura in cui non tornerà mai più!
La sera lui canta ‘Sei mir gegrüßt’[2] e lo descrive, in termini di emozione e interpretazione artistica, come il più bel Lied di Schubert; ci commuove fino alle lacrime; questo è tedesco; così puro e casto, intimo… R. ricorda di averlo sentito cantare per la prima volta da sua sorella Rosalie.

Rosalie Wagner
(Gustav Kühne)
Letto in Gfrörer. Quando va a letto, R. canta “Spinne Margarethe”[3] da “La Dame Blanche” “[4] e dice: “Questa era la particolarità dei francesi, una graziosa rassegnazione, che scivola malinconicamente sulla miseria dell’esistenza, sorridendo amabilmente. Nel pathos tragico sono ripugnanti.
[1] Stube, stanza riscaldata con la stufa
[2] “Sei mir gegrüsst” Ti giunga il mio saluto.
[3] “Marguerite, la filatrice”.
[4] “La dama bianca” è un’opéra comique in tre atti del compositore francese François-Adrien Boieldieu, su libretto di Eugène Scribe.
[1] Oper »Die weiße Dame« von Boildieu.
Traduzione in italiano di Claudia Bilotti [© Claudia Bilotti | WAGNER Salon]